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martedì 4 marzo 2014

Ai confini della realtà - La mia opinione

Da quand'è che il cinema è diventato così popolare? Prima a nessuno fregava 'na ceppa e noi poveri cinefili (specie quelli appassionati di B-Movie) eravamo considerati gli sfigati di turno, pieni di brufoli, con gli occhiali e la testa quadrata.
In poche parole:

Non Esattamente Ritenuti Desiderabile

Oggi, invece, il cinema è diventato "figo", e tutti praticamente hanno seguito la cerimonia di assegnazione dei premi Oscar, riempiendo i social network con i loro commenti.
Mah, comunque... mentre tutti parlano proprio degli Oscar e del povero Di Caprio che anche quest'anno è stato respinto come lo sfigato della scuola che chiede alla cheerleader bionda: "vuoi venire al ballo di fine anno con me?"...

Oscar, pls...


...ancora una volta, Mostri nel Web se ne frega di ciò che fa tendenza, e vi parla di un film arrivato nelle sale nel 1983.

Ai confini della realtà - Il film.
Prima di diventare un film, Ai confini della realtà è stata una serie televisiva andata in onda dal 1959 al 1964. La serie, così come anche il film, tratta di robe strane fantascientifiche con sfumature horror in stile piccoli brividi e qualche scenetta che sembra scritta da uno Stephen King ubriaco e con diverse ore di sonno arretrate. Chiaro, no?
Ma parliamo un po' del film.
Così com'era prevedibile per un film tratto da una serie Tv, Ai confini della realtà non è altro che un insieme di cortometraggi (quattro, per essere precisi) scollegati gli uni dagli altri.

1. Il razzista random
In questo primo cortometraggio facciamo la conoscenza di Bill, un uomo a cui è stata appena rifiutata un'importante opportunità lavorativa.

Hai tutta la mia comprensione, amico
(questa era l'ultima, promesso)

L'uomo entra in un bar dove incontra alcuni suoi colleghi, e lì, in preda a rabbia e rancore, inizia a urlare insulti antisemiti contro l'impiegato ebreo che è stato promosso al posto suo. Poi, sentendosi particolarmente in vena, inizia a insultare anche la gente di colore e gli asiatici.
Bill continua per un po', finché un uomo di colore seduto al tavolo accanto non gli dice di smetterla, e i colleghi non gli consigliano di andare a prendere un po' d'aria fuori dal bar.
Da lì inizia a scontare la sua pena per contrappasso, ma non svelo nient'altro.

2. Il vecchio e la buatta
Questo corto lo riassumo in maniera ancora più sintetica, perché è stato quello che meno mi ha entusiasmato.
In un pensionato per anziani ci sono dei vecchi (e grazie), e tra questi c'è un certo Mr. Bloom, che sembra la versione fac-simile di Morgan Freeman con un potere magico di cui non vi svelo nulla.

3. Mamma ho i poteri allucinanti
Una signora, andando a marcia indietro con la macchina investe qualcosa (e grazie, questo è ancora più scontato della presenza di vecchi nel pensionato per anziani).

BATTUTE MASCHILISTE
MODE ON

Questo "qualcosa" è un ragazzino in bici, che miracolosamente si salva. La sua bici invece no.
La signora, mortificata, si offre di dargli un passaggio fino a casa, e il ragazzino intuisce che, se è una donna a guidare, è più prudente trovarsi dentro l'auto piuttosto che nei paraggi.


Appena giungono a casa del ragazzino, che si chiama Anthony, la donna inizia a notare cose strane, tipo il comportamento della famiglia di Anthony, fin troppo gentile verso il ragazzino. 

4. La prossima volta prendo il treno
Questo cortometraggio è il mio preferito. Non solo grazie all'atmosfera che ti fa respirare, ma anche perché è stato parodiato dai Simpson in uno degli special di Halloween.
La storia parla di un uomo di nome John, che, durante un viaggio su un aereo che sta attraversando una tempesta, vede su una delle ali un mostro che si sta divertendo a farla a pezzi.
Ovviamente nessuno gli crede, anche perché quel gran trollone di mostro si nasconde ogni volta che qualcun'altro si avvicina al finestrino.

Trololololololo-lololo-lolo, ye-hehehehe!

LA MIA OPINIONE
Questo film non è un capolavoro, così come non lo è nessun film diviso in cortometraggi.
Ma è comunque divertente. Lo si può guardare sia tutto d'un fiato, come ho fatto io, sia diviso in più spezzoni. Magari quando si hanno 25 minuti da perdere e non si sa come.
Non bisogna dimenticare che la trasposizione cinematografica di una serie è difficile, e che il tipo di regia che bisogna aspettarsi è proprio quella di un telefilm.
Gli effetti speciali sono fatti abbastanza bene, e li vedremo solo nel secondo e quarto episodio.
Lo consiglio? Sì, ma senza troppe aspettative.

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